 Paragrafo
I: La scelta e l'utilizzo del casco
Scegliere
correttamente il nostro casco aiuterà nell'evitare spiacevoli e
sgradevoli conseguenza in caso di incidente. Oltre a non beccarci
"inutili"
contravvenzioni , il casco ci protegge nell'impatto con
l'asfalto. Quando ci apprestiamo alla scelta del nostro caro e
fedele compagno di viaggi, cerchiamo di seguire queste piccole
regole: ci aiuteranno nell'acquisto corretto o per lo meno ci daranno
un valido aiuto.
Punto
1: L’omologazione, elemento essenziale Elemento
importantissimo è l’omologazione.
I caschi che troviamo in commercio devono essere omologati ai sensi
della normativa Europea. Li riconosciamo facilmente perché
all'interno presentano un etichetta composta da un cerchio dentro del
quale si trova la lettera E,
seguita dal numero distintivo del paese che ha accordato
l’omologazione (l’Italia, per esempio, è il numero 3) e del
numero d’omologazione.
L’etichetta deve essere cucita sul
sistema di ritenzione del casco. Su questa etichetta oltre alla
lettera E indicante appunto che il casco è omologato per l’Europa,
vi è una seconda lettera (posta dopo il carattere ‘’/’’) che
indica la tipologia di casco:
P
= integrale; J
= jet NP
= modulare con mentoniera non protettiva; P-J
= modulare con mentoniera protettiva.
Mio
consiglio è scegliere per esempio un casco modulare che abbia
l’omologazione P-J in quanto offre maggiore protezione rispetto ad
uno con omologazione NP. Resta inteso che un casco integrale
(quindi con lettera P) offre la maggior e miglior protezione rispetto
a tutte le altre tipologie.

Punto
2: il materiale e l'imbottitura del casco La
calotta esterna dei caschi può essere costruita da materiali
termoplastici oppure in fibra di kevlar e carbonio. Mentre l'interno
è quasi sempre fatti di schiuma di poliuretano ricoperto da un
tessuto di nylon e cotone molto morbido al tatto, è importante che
sia traspirante per far disperdere l’umidità e possibilmente
antiallergico. L’imbottitura interna deve anche essere removibile,
sia per permetterci di lavarla sia per essere sostituita del tutto
dopo qualche anno. 
Il
massimo Avere
una moto potente ed altamente performante, adatta per la ricerca di
forti emozioni e delle prestazioni al limite (tutto in pista
ovviamente eh!), il casco più adatto è un super leggero in
Kevlar-Carbone, che consente di non affaticare il collo e sopratutto
una resistenza agli impatti molto elevata. Questi caschi sono
stati progettati e realizzati direttamente dal mondo delle corse per
ottenere il massimo in ogni condizione. Ovviamente i costi sono
"alti", un ottimo casco per l'uso di noi comuni mortali si
aggira intorno ai 1.000/1.200 Euro. (Anche qui si potrebbe aprire un
capitolo infinito sui costi dei caschi...)
Spendere
"il giusto" Si
può anche spendere qualcosina meno ed avere un casco sempre ottimo,
costruito in resina HIR-TH (High Resistant Thermoplastic). Si tratta
di una speciale resina termoplastica che resiste benissimo agli urti
violenti, garantendo al tempo stesso una buon assorbimento delle
forze. Resta comunque molto resistente e poco pesante, avendo un
rapporto qualità/prezzo eccezionale. Inoltre sono studiati per
essere confortevoli e freschi in tutte le stagioni, l’ideale per
l’uso di tutti i giorni.
Lo
scooterista cittadino Per
parcondicio scrivo anche due righe per gli scooteristi (dai più
novizi ai più esperti, in termini di età intendo!) vasta fetta che
percorre chilometri e chilometri per le nostre città italiane. La
scelta rimane altrettanto ampia quanto per i motociclisti, inutile
dire di non circolare con le famose "scodelle", severamente
vietate dal codice della strada e poi inutili in termine di
sicurezza.
Guidare uno scooter non significa essere immuni
(rispetto alle moto) perciò mio consiglio è per un casco in resina
HIR-TH: leggero, comodo e abbastanza sicuro per l’uso cittadino;
ovviamente un casco integrale sarebbe sempre consigliato!
Punto
3: sistemi di chiusura e comodità nell'indossare il casco Per
allacciare il casco (e mi raccomando, sempre!) esistono due tipi di
sistema: quello rapido o quello ad anello. I primi sono sicuramente
più pratici, ma a voler essere proprio pignoli sono da preferire
quelli ad anello poiché evitano uno sgancio involontario e risultano
in sostanza più efficaci.
Indossare
il casco Il
casco deve calzare sulla nostra testa in maniera perfetta e
confortevole e non deve risultare troppo largo, ma di contro non
impressionatevi se vi sembrerà stretto perché dopo qualche tempo
l’imbottitura si adeguerà alle vostre forme. Un casco
perfettamente aderente eviterà di oscillare o muoversi una volta che
siamo in moto garantendo così un perfetto funzionamento anche in
caso di impatto.
Mentre siamo in fase di acquisto dal
rivenditore, teniamo il casco indossato per qualche minuto, se
avvertiamo fastidiose pressioni al volto o alla nuca, evidentemente
la misura o il modello non è quello che fa per noi. Facciamo
attenzione al cinturino che deve essere di buona fattura. Se presenta
l’attacco a sgancio rapido, assicuriamoci che questo sia
agevolmente azionabile in qualsiasi situazione.
Controlliamo
anche che il casco ci permetta di percepire i rumori esterni, come il
clacson delle auto o frenate improvvise, e che non ci limiti la
visuale di ciò che ci circonda. Ricordo anche che i caschi
migliori anno una vita limitata oltre la quale sarebbe bene
sostituirli, pertanto 2/3 anni di utilizzo giornaliero sono più che
sufficienti per procedere alla sostituzione. 
Punto
4: il sistema di areazione Ultimo
punto sulla scelta del casco e comunque importante, il casco deve
avere un buon sistema di areazione. Questo per permettere in estate
di disperdere il calore e non sudare inutilmente, mentre in inverno
per evitare che la visiera si appanni.
Paragrafo
II: la manutenzione del nostro casco Ogni
volta che utilizziamo il casco e sopratutto dall'uso che ne facciamo
esso è soggetto a deterioramento ed usura: una accurata manutenzione
aiuta a mantenerlo efficiente e a preservare la sua utilità in
termini di sicurezza in caso di urto.
Punto
1: la pulizia del nostro casco Non
mi stancherò mai di ripeterlo: pulire il casco (sia dentro che
fuori) permette una maggiore longevità ed aiuta a capire anche se il
casco si sta deteriorando (micro-crepe ect..). Per la pulizia sia
dell’interno che dell’esterno e per le visiere, occorre
utilizzare un panno morbido, con acqua e sapone neutro. In
alternativa sul mercato si trovano degli ottimi prodotti (es.
Pulicasco della MA-FRA, Helmet interior cleaner della LiquiMoly, o
detergente casco Arexons) che grazie alla loro formula neutra
detergono interamente il casco dissolvendo i cattivi odori senza
intaccare vernici, plastiche o guarnizioni (aspetti fondamentali, non
dobbiamo corrodere il casco!).
Gli interni staccabili dei
caschi, in caso di sporco eccessivo, possono anche essere lavati in
lavatrice a temperatura massima di 30 gradi. Per la fase di
asciugatura invece, lasciamo agire a temperatura ambiente prima di
riposizionare il tutto all’interno dello stesso.
Altro punto
fondamentale: la visiera. Se siamo in possesso (come il
sottoscritto) di visiere oscurate o a specchio, dobbiamo avere cura
di utilizzare un panno morbidissimo (si consiglia un panno in
microfibre). Per rimuovere i moscerini senza graffiare la visiera
basta appoggiare uno straccio inumidito con acqua tiepida e lasciare
agire per 10 minuti, passare poi un panno umido e pulito ed il gioco
è fatto (lo stesso metodo può essere utilizzato per il cupolino
della moto, per esempio).
Da non utilizzare mai prodotti
diluenti o aggressivi quali benzina, nafta o altri con agenti
corrosivi, mi sembra inutile specificarlo, ma nei famosi discorsi che
ho accennato all'inizio dell'articolo, alcuni se ne son saltati fuori
con "Bhè, l'acquaragia pulisce bene..." e dopo questa
frase (la goccia che ha fatto traboccare il vaso) ho deciso di
scrivere questo articolo...

Punto
2: teniamolo curato e abbiamone cura
Sfatiamo
il mito del casco che cade e non si è fatto "nulla". Un
casco che ha subito urti, che è stato lasciato in posti umidi o
sotto il sole per lungo tempo, o che peggio ha già fatto la sua
parte in un incidente (salvandoci magari) non è più in grado di
svolgere la sua funzione. In questi casi deve essere sostituito. Se
il casco ci (stavo per scrivere casca eheh) cade a terra anche da
soli 30 cm, ha perso almeno il 30% della sua capacità di assorbire
gli urti..fate voi le conclusioni. Altra cosa spesso sottovalutata
è la visiera, la cui integrità è fondamentale soprattutto nei
caschi Jet, la quale non deve riportare rotture, graffi o lesioni che
possano compromettere la visione ottimale soprattutto in condizioni
meteo avverse. Evitate la brutta abitudine di appoggiare il casco
per terra, così come quella di lasciarlo sul serbatoio o sulla sella
esposto ai raggi solari, soprattutto nella stagione più calda.
Evitate anche di lasciare il casco infilato sugli specchietti, in
quanto a lungo andare gli interni si danneggiano. Sembrano piccole
cose ma determinano la durata e l'efficienza di un casco.
Punto
3: ma quanto dura la vita di un casco?
La vita di un casco è proporzionale all’utilizzo che è
stato fatto ed alla cura degnata, però in media si parla dai 3 ai 5
anni (in condizioni ottimali e curandolo). Con il passare degli anni
potrebbero apparire dei segni di usura, quali leggere crepe,
cinturino sfilacciato, malfunzionamenti della parte di aggancio e
sgancio, usura dell'imbottitura interna, etc. Se scoprite una di
queste sul vostro casco, è giunta l'ora di riporlo sulla mensola dei
"validi" e procedere con l'acquisto del suo successore.
Roberto Arnaldi
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